Teologo e inquisitore generale
spagnolo. Nipote di Juan, ne seguì l'esempio, entrando nel convento
domenicano di Valladolid. Priore a Segovia, divenne poi confessore di Isabella
di Castiglia e di Ferdinando d'Aragona, i quali nel 1483 lo incaricarono
dell'organizzazione del tribunale dell'Inquisizione di cui
T. redasse il
codice (
Compilazione delle istruzioni della santa Inquisizione,
1484), rifacendosi alle norme dell'Inquisizione medioevale. Nominato
inquisitore generale di Castiglia e León, Aragona, Catalogna e Valencia,
applicò con spietato rigore le leggi contro gli eterodossi e gli eretici,
rendendosi famoso per la sua implacabilità e intransigenza che
allarmarono le gerarchie ecclesiastiche romane, tanto da indurre i pontefici
Sisto IV e Alessandro VI a intervenire per porre un freno ai metodi
eccessivamente crudeli dell'inquisitore. D'altro canto,
T., forte
dell'appoggio dei sovrani spagnoli, perseguì con fanatico terrorismo il
proprio disegno di unificazione religiosa della Spagna, ottenendo nel 1482
l'espulsione degli Ebrei dalla Castiglia e dall'Aragona (Torquemada o Valladolid
1420 circa - Ávila 1498).